La richiesta che arriva dalla parrocchia di Gesù Cristo Re a Kitangili, nella arcidiocesi di Tabora, in Tanzania, parte dalle esigenze concrete di alcuni casi disperati di povertà, ma non rinuncia a trovare soluzioni per battere la miseria con azioni di micro-sviluppo.
Il parroco, don Arnold Malambwa, inizia dai bisogni immediati di alcune famiglie in grave difficoltà: una donna, rimasta vedova con quattro figli, che ha bisogno di tutto (cibo, vestiti, penne, quaderni, divise per la scuola) e che si potrebbe aiutare dotandola di una macchina da cucire perché possa iniziare un'attività.
Un altro caso è quello di un uomo che è rimasto paralizzato e non può più badare alla moglie e ai sei figli. Per questa famiglia la richiesta è di aiutarli a costruire un piccolo allevamento di maiali per la sopravvivenza e per il sostentamento.
Ma la strada dello sviluppo di una regione così povera passa da una richiesta più diffusa: donare una macchina per l'estrazione di olio di girasoli. Questa attrezzatura aiuterebbe le donne di più di venti villaggi.
Agenda 2030
«Porre fine a ogni forma di povertà nel mondo»
È il primo di 17 obiettivi dell'Agenda per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel settembre 2015 da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite.
Lo scopo è quello di «rinforzare la resilienza dei poveri e di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità e ridurre la loro esposizione a eventi climatici estremi, catastrofi e shock economici, sociali e ambientali».
L'Agenda declina altri 16 obiettivi nevralgici di sviluppo sostenibile, tutti interconnessi all'obiettivo primario: solo presi nel loro insieme permetteranno che le vite di tutti, soprattutto nel sud del mondo, possano davvero migliorare.
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