Padre Bruno Favero, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, si trova da circa 30 anni in Senegal, 20 dei quali trascorsi nella Casamance, nel sud-est del Paese. I due anni di Covid 19 sono stati una vera calamità, non tanto per la malattia in quanto tale che nella zona non si è avvertita, ma per la grave crisi economica, soprattutto nel settore del turismo.
La Casamance, infatti, è un’area caratterizzata da un dedalo di canali e di isole dove il turismo aveva portato un certo livello di occupazione, sia nelle strutture locali di accoglienza sia nella pesca.
Da due anni non si vede alcun turista e la gente non riesce a trovare un’occupazione alternativa.
Anche l’agricoltura locale è in crisi a causa dell’esodo rurale e della salinizzazione dei suoli. Quest’anno poi sono mancate le piogge.
Per cercare di porre almeno un parziale rimedio a questa situazione, un gruppo di donne di un villaggio vicino alla missione di Elinkine ha proposto ai missionari di tornare a coltivare un terreno di un ettaro, abbandonato da anni per mancanza di recinzione, per avere qualche mezzo di sostentamento.
Anche se il villaggio è di religione musulmana, le relazioni con gli abitanti sono fraterne. Padre Favero intende riparare un pozzo esistente e scavarne uno nuovo da dotare di pompa e pannelli solari, castello e serbatoio sospeso per garantire l’acqua al progetto di formazione all’agricoltura delle donne del villaggio.
Servirebbe anche recintare il terreno che non è più stato coltivato proprio per la mancanza della recinzione a protezione del raccolto. Infine servirebbero innaffiatoi, semi e zappe.
Progetto completato. Grazie ai benefattori!
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[Idp 105143 del 2 maggio 2021]
[Idp 105144 del 2 maggio 2021]
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