La scuola, soprattutto nei Paesi poveri, è l'unico mezzo per dare un futuro alle giovani generazioni. Quello che noi chiamiamo “ascensore sociale”, in alcune parti del mondo è uno spazio e un tempo che può cambiare il destino dei ragazzi: dalla condanna della miseria e della strada, alla possibilità di prendere in mano la propria vita.
Per fare una scuola servono, oltre ai bambini e agli insegnanti, anche strumenti concreti come i banchi su cui scrivere e le sedie su cui sedersi.
A ogni latitudine. Anche in Kenya, da dove arriva la richiesta della Diocesi di Embu per la St. Peter and Paul School, nella parte orientale del Paese, a poco più di 80 km da Nairobi. Una zona povera a causa del clima secco e semi-arido.
La scuola, inaugurata nel 2003, è dotata anche di un convitto con una sessantina di collegiali e accoglie complessivamente 223 alunni.
Tra loro ce ne sono molti parzialmente o totalmente a carico dell'istituzione, perché provengono da famiglie molto povere o sono figli di ragazze madri.
L'alto costo della vita in Kenya, inoltre, ha influito drasticamente sulla gestione della struttura, anche perché sono poche le famiglie che possono contribuire finanziariamente al suo mantenimento.
«Disponiamo in totale di 13 aule, dalla scuola materna, passando per l'elementare fino alla scuola secondaria di primo grado» spiega padre David Ireri Muriuki, che ne è il direttore. In particolare, «le aule della scuola media non sono attrezzate. Per questo contiamo molto sulla vostra generosità per portare banchi e sedie in aula».
Aiutiamo anche i bambini del Kenya a prendere l'ascensore sociale!
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