Ecuador: Acqua potabile per la missione

Il lavoro della comunità di San Nicolas e dei benefattori di Cuore Amico può riuscire a portare l’acqua fra i campesinos delle Ande Ecuadoriane.

Siamo ad oltre 3mila metri sulle Ande, dove i conquistadores spagnoli hanno spinto nel tempo gli indigeni, accaparrandosi le terre migliori a valle. Il problema della siccità qui è cronico, anche perché la poca acqua presente scivola naturalmente verso il fondo della vallata, lasciando a secco tutte le zone più in alto. Peppo e Adriana Piovanelli, da 40 anni missionari in Ecuador e Premio Cuore Amico nel 2015, ci propongono di aiutarli a costruire una cisterna e una rete idrica (5mila metri) per conservare e distribuire su tutto il territorio della missione l’oro blu. L’infrastruttura servirà la scuola di San Nicolas, dove a tanti ragazzi si insegna un lavoro artigiano, e le comunità indigene che fanno riferimento alla missione.
I due missionari ci scrivono che per la realizzazione dell’opera, «tutta la comunità campesina sarà direttamente coinvolta, lavorando secondo il tradizionale sistema della "minga", parola kechwa che significa “lavoro comunitario gratuito”.

Partendo dall'idea che operare insieme per il bene comune fa la forza di una collettività, la minga viene utilizzata per costruire strade, scuole, case per i più poveri. Si convoca il giorno e l’ora in cui si compirà il lavoro per poi lavorare tutti insieme durante tutta la giornata con un intervallo per il pranzo, quando tutti condividono ciò che hanno portato da mangiare». Il valore di questo lavoro svolto insieme è grande e, aiutando loro, aiutiamo noi stessi a riscoprire modi di agire antichi che oggi contribuirebbero a rendere migliore la società in cui viviamo.

Partecipiamo anche noi alla "minga", aiutando ad acquistare:
La cisterna che costa 8 mila euro;
Tubi per rete idrica per 13 mila euro.

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