Mons. Pedro Gabrielli
«Cari amici di Cuore Amico, vi sono vicino da molti anni e ho visitato i vostri uffici, fin dai tempi del carissimo Don Mario Pasini, finché sono stato in forze.
Vi scrivo da Macas, capitale di una fetta dell’immensa nostra cara Amazzonia!
Cuore Amico è stato la lunga mano della Provvidenza per la nostra Chiesa missionaria, e per questo vi assicuro sempre la mia vicinanza e il mio affetto. Oggi che sono vecchietto e ho raggiunto i 92 anni, vivo in una comunità con altri sei “giovani” missionari dai 75 ai 102 anni.
Ognuno di loro ha dedicato la vita alla predicazione del Vangelo fin nei più remoti villaggi, insegnando ai fratelli ad amarsi tra loro e a vivere secondo i comandamenti di Dio.
Oggi che le forze ci impediscono di essere attivi come un tempo, celebriamo la Santa Messa ogni giorno per le intenzioni dei benefattori che vorranno continuare a sostenere le nostre missioni.»
Anche papa Francesco ha più volte rivolto il proprio pensiero ai sacerdoti anziani e malati richiamando la necessità di «non isolarli, di non farli sentire preti da rottamare» perché «sono utili, con la loro preghiera, alla Chiesa universale».
Quella Chiesa a cui tutti noi apparteniamo e a cui, secondo le possibilità di ciascuno, siamo chiamati a contribuire.
Doniamo un contributo. I sacerdoti celebreranno Sante Messe secondo le nostre intenzioni.
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