È questa una situazione generalizzata nel Paese, sulla quale si è innestata l’emergenza del Covid-19. Per limitare la sua diffusione le autorità governative hanno imposto un confinamento molto lungo, durato circa un anno, che ha comportato la chiusura delle scuole e di tutte le attività non indispensabili, l’arresto dei trasporti e dei voli commerciali per quasi tutto il 2020. Questo ha voluto dire, per le missioni poste in zone già difficilmente raggiungibili, un isolamento totale.
«Anche nel villaggio di Decamhere tutto si è fermato». Così ci racconta suor Abrehet Petros, comboniana che presta la sua opera nell’asilo Comboni Decamhere, dove le suore hanno cura di 200 bambini che vengono dai dintorni.
Da qualche mese le attività scolastiche sono riprese, ma c'è stata un'amara sorpresa: la pompa che faceva funzionare il pozzo dell'asilo si è rotta e c'è bisogno di comprarne una nuova. Qui c'é sempre bisogno di acqua che, naturalmente, viene utilizzata anche dagli abitanti del villaggio.
È dunque un problema di tutta la comunità e, con il lungo periodo di fermo, anche i risparmi per le urgenze sono al lumicino per tutti. Inoltre, data la grande aridità della zona, è difficile procurarsi acqua in altro modo se non rendendo il pozzo efficiente.
La suora conclude: «Non possiamo fare una spesa simile, ma i bambini devono avere acqua e siamo in una grande necessità. Cuore Amico può venirci incontro? ».
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