Un villaggio nel pieno della foresta equatoriale. E, grazie ai padri della Consolata, un ospedale come presidio sanitario per la gente povera della zona che vive sulla soglia della sopravvivenza: fa fatica a pagare gli alimenti, i vestiti, la scuola dei bambini. Neisu è a Nord/Est della Repubblica Democratica del Congo, nella Provincia Orientale del Haut Uélé.
I missionari aiutano in tutto. E garantiscono, con l’Ospedale di Nostra Signora della Consolata, anche il diritto alla salute a spese proprie.
«Molti, anziché in denaro, pagano le prestazioni o le medicine con prodotti agricoli, che utilizziamo per il centro nutrizionale e per i poveri che ci visitano ogni giorno» racconta Ivo Lazzaroni, missionario della Consolata.
«In molti casi, vista la miseria di certe situazioni, concediamo dei crediti: nell’urgenza è l’unica via possibile per salvare una vita. Difficilmente li recuperiamo ma, in queste situazioni, è meglio “perdere” che abbandonare una vita».
L'ospedale accoglie soprattutto bambini, ma anche adulti e anziani colpiti da malaria.
Arrivano da villaggi limitrofi o distanti fino a 60 km.
«Soprattutto i più piccoli giungono con anemia severa e serve agire subito con una trasfusione. Solo nel 2022 abbiamo curato 1.100 persone colpite dalla malaria e abbiamo effettuato 1.260 trasfusioni».
Ecco allora la richiesta che giunge dal cuore della foresta equatoriale:
«Potete aiutarci per i medicinali essenziali e i sacchetti di trasfusione soprattutto per curare la malaria? »
La necessità è di 10 mila euro ogni anno e la gara di solidarietà è aperta.
Cuore Amico vorrebbe dare un contributo per mille sacchetti per trasfusioni (3 mila euro); per ogni kit di medicinali occorrono 15 euro.
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