Abbiamo capito in Italia con il Covid-19 l’importanza di un sistema sanitario accessibile a tutti e dotato delle necessarie attrezzature. Abbiamo anche subìto le conseguenze tragiche quando uno di questi presupposti viene meno.
Questa è invece la condizione usuale in Camerun, dove il sistema sanitario è totalmente privatizzato. Negli ospedali c’è, molto spesso, carenza di dotazioni essenziali per assistere i pazienti. Le cure, anche di base, sono a pagamento e la maggioranza della popolazione non vi ha accesso, non potendoselo permettere.
«Se stai davvero male e devi andare in ospedale devi anzitutto avere soldi: per la visita, per fare un’iniezione, per i medicinali e, perfino, per prendere la temperatura con il termometro. Ogni giorno vedo con i miei occhi pazienti che rischiano la vita ». Sono le parole di Ilaria Tinelli, missionaria laica nella regione del Camerun meridionale dove, per la Diocesi di Sangmelima, coordina 13 dispensari nei quali si offrono cure mediche gratuite, o quasi, alla popolazione.
In questi centri, che si trovano spesso nella foresta, medici e infermieri sono impegnati ogni giorno a salvare vite umane con attrezzature inefficienti o usurate, quando poi non mancano del tutto.
«La Diocesi non dispone di risorse sufficienti e abbiamo bisogno di materiale per i medicamenti e medicine. Ma anche di letti e materassi, bilance per neonati e lettini per partorienti. Ho pensato che Cuore Amico potesse aiutarmi a migliorare le condizioni di cura per la popolazione di Sangmelima e, per questo, mi rivolgo a voi con fiducia».
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