È uno dei problemi maggiori per missioni e parrocchie che vivono nel cuore dell'Africa accedere in modo comodo e sicuro all’acqua potabile.
Un appello in questo senso arriva dal nord dell’Uganda, dalla parrocchia di Rhinocamp, nella diocesi di Nebbi, dove opera padre Amos Otiti.
«In Uganda abbiamo di solito solo due stagioni: quella delle piogge, che va da giugno fino ai primi di novembre e la stagione secca che va da fine novembre fino a maggio» racconta il sacerdote.
«Questo andamento meteorologico ci espone a una grave carenza idrica fin dall'inizio della stagione secca. Durante questo periodo le attività pastorali sono limitate, perché l'acqua è difficile da trovare. A volte siamo costretti a mandare adulti e bambini a prendere l’acqua al fiume Nilo che dista quattro chilometri, con contenitori in plastica che portano sulla testa».
Se questo è il quadro del problema, la soluzione è la costruzione di un sistema idrico all'interno della canonica parrocchiale.
«Possiamo raccogliere l'acqua piovana dal tetto della chiesa parrocchiale che è ampio, lungo e può permettere la raccolta di oltre 100mila litri di acqua. Se questa verrà convogliata in serbatoi di cemento sotterranei, sarà possibile distribuirla attraverso un sistema idrico. Potrebbe essere questo un rimedio alla nostra situazione». Così anche Rhinocamp potrà svolgere senza apprensione la propria missione pastorale.
Per 3 serbatoi di cemento sotterranei servono 2.500 euro/cad
[Idp 105808 del 1 ottobre 2023]
[Idp 105841 del 1 ottobre 2023]
[Idp 105573 del 23 gennaio 2023]
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