Dotare questa scuola di cisterne per raccogliere l'acqua piovana può risolvere il problema ed evitare ai ragazzi di andare a prelevarla al laghetto distante più di cinque chilometri. Sembrerà impossibile ma c'è ancora chi a scuola non ha accesso all'acqua potabile. Succede in Kenya, nella diocesi di Homa-Bay. Il villaggio, in gran parte raggiungibile solo attraverso sentieri inagibili durante la stagione delle piogge, fa parte di un’area afflitta dalle piaghe dell’Aids, della disoccupazione, dell’insicurezza e dell'alcolismo.
La Mihuru è una scuola voluta dalla comunità locale. I suoi obiettivi formativi sono alti, ma le risorse a disposizione sono scarse. A cominciare da quelle basilari.
I ragazzi della secondaria tutti i giorni devono camminare a lungo per raggiungere la sola fonte d’acqua più vicina e riempire le taniche che si portano in testa.
Come spiega fratel Francis Nyibai, «è un vero e proprio incubo, non solo perché l'acqua non è pulita e produce infezioni ma anche perché fa perdere un sacco di tempo scolastico ed espone gli studenti al rischio di essere attaccati dai coccodrilli che popolano il lago».
Per questo servono cisterne di plastica da 10mila litri, per raccogliere acqua piovana. «Questo permetterà di ridurre drasticamente le infezioni e le conseguenti malattie, e di migliorare l'andamento scolastico degli studenti che potranno concentrarsi maggiormente sui loro studi».
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