Papa Francesco ha nel cuore la Repubblica Centrafricana e, nel 2015, è riuscito ad andarci, anche solo per un giorno. Ci teneva a mostrare così la sua vicinanza a un popolo che ha sofferto molto e che ha vissuto nella violenza per tanto tempo.
Lanciando un forte appello alla riconciliazione degli animi, il pontefice ha compiuto un passo necessario che poi è servito a calmare il conflitto interno tra forze governative e forze ribelli che si sono macchiate, negli anni tra il 2004 e il 2014, di violenze atroci e saccheggi ai danni della popolazione inerme e, anche, della comunità cristiana, con chiese violate e l’uccisione di sacerdoti e religiose.
Gli scontri, però, non sono mai del tutto cessati e, anzi, negli ultimi tempi sembrano aver ripreso vigore.
Intanto il quadro sociale è straziante: il 50% della popolazione è sfollata; il cibo scarseggia, l’acqua potabile manca e la denutrizione avanza. Anche la Conferenza episcopale del Paese ha recentemente fatto sentire la propria voce cercando di pacificare le parti coinvolte e richiamando all’ascolto e all’accompagnamento dei poveri.
Don Paulin Biro, un sacerdote diocesano, ha da tempo messo in pratica queste esortazioni e, nella cittadina di Bimbo, ha dato vita a una comunità che offre accoglienza, assistenza spirituale, sanitaria e materiale a detenuti, malati e bambini. Si chiama Piccola Fraternità degli Amici di Gesù Compassionevole.
Quaranta bambini, orfani e bisognosi di cure importanti, vi risiedono stabilmente e, a circa 300 bambini, si danno tre pasti settimanali, il doposcuola e il pagamento delle rette scolastiche.
Don Paulin Biro, 3 novembre 2023
Si cerca di dar da mangiare a tutti grazie alla coltivazione dei terreni adiacenti alla Fraternità, molto estesi.
I risultati sono però scarsi, a causa delle tecniche di lavorazione, che sono arretrate e senza strumenti adeguati, e anche per la mancanza di acqua. Per migliorare la resa delle produzioni agricole sarebbe importante scavare un pozzo e acquistare un trattore agricolo, anche usato.
«Negli ultimi tempi» ci racconta don Paulin, «Il cambiamento climatico, le precarie condizioni di vita e il conflitto perdurante hanno reso molto difficile e costoso l’accesso all’acqua potabile. La costruzione di un pozzo ci permetterebbe di avere più facilmente l’acqua per bere e coltivare e, con un trattore, il lavoro nei campi sarebbe facilitato. Senza cibo e acqua non c’è futuro per i piccoli e i grandi di cui ogni giorno ci prendiamo cura, sotto la guida del Signore. Vorremmo contare anche sulla vostra generosità». Possiamo aiutarlo?
Per trivellare il pozzo servono 8 mila euro.
[Idp 105988 del 1 aprile 2024]
Percorsi di pace - Trattore[del 29 novembre 2023]
Grazie per... il pozzo delle scuole[del 1 agosto 2023]
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