Era un sacerdote innamorato di Dio, dell'Operazione Mato Grosso e della gente della cordigliera andina alla quale ha dedicato gran parte della sua vita. Lungo il percorso che riportava padre Ernesto a Jangas, gli abitanti delle varie comunità accoglievano il passaggio del feretro con preghiere, manifesti, ceri e fiori.
La tumulazione è avvenuta nella chiesa di San Josè dopo la Messa celebrata alle 9 di sera, presenti solo i sacerdoti a causa dell’imperversare del Covid-19. Alla tomba di padre Ernesto continua ancora, incessante e ordinata, la visita della gente delle comunità campesine.
Ripensando ai nostri incontri, il loro ricordo riaffiora più vivo che mai nella mia memoria.
Mi rivedo con padre Ernesto sulla cordigliera andina, mentre mi accompagna per i sentieri e mi racconta le difficoltà vissute dalla sua gente e le iniziative messe in atto per aiutarla. C'eravamo visti in Italia, l'ultima volta, due anni fa in ospedale. Il suo pensiero era di ritornare quanto prima alla sua missione, alla sua gente. Abbiamo pregato insieme. Sapevamo entrambi che probabilmente non ci saremmo più rivisti. Dimesso, è ripartito.
Nel 2019 gli è stato assegnato il Premio Cuore Amico [La consegna del Premio], ma la malattia non gli ha permesso di affrontare il viaggio.
La notizia della sua scomparsa ci ha lasciato sgomenti e addolorati. È rimasta però la certezza che padre Ernesto è riuscito a realizzare il suo sogno più grande: quello di spendere la vita per il Signore e per i poveri!
di Marisa Nodari | Consiglio direttivo di Cuore Amico
Ricordiamo p. Ernesto Sirani attraverso la testimonianza di don Ambrogio Galbusera che ha ritirato il Premio Cuore Amico 2019 in sua vece.
Aggiornato il 28 maggio 2020
da Redazione Cuore Amico 
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