Il 20 giugno di ogni anno, per iniziativa dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato.
L'obiettivo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di milioni di persone costrette a lasciare il proprio Paese. Temono di non farvi ritorno perché oggetto di persecuzioni per i più diversi motivi.
Si tratta di persone che, costrette a lasciare tutto, rischiano di non veder riconosciuti, nei Paesi dove giungono, nemmeno i loro diritti basilari, come quelli all'istruzione e all'assistenza sanitaria. [Link]
Teniamo presente che la metà dei rifugiati sono minori. Il fenomeno dei profughi e dei rifugiati riguarda molti Paesi, in particolare dell’Africa e del Medio Oriente.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) [Link], presieduto da un italiano, Filippo Grandi [Link],ha presentato la richiesta per il reinsediamento di più di 1 milione di rifugiati in 30 diversi Paesi. Il numero di persone però che necessita di reinsediamento supera di gran lunga le opportunità disponibili [Link].
Il reinsediamento è una delle soluzioni migliori per i rifugiati, insieme all'integrazione nella società di accoglienza e al rimpatrio volontario. Grazie a questo strumento, ai rifugiati che non possono rimanere nel Paese di primo asilo, né possono rientrare nel proprio, viene data la possibilità di cominciare una nuova vita in un Paese terzo: è una sfida che può essere vinta solo con la collaborazione e la solidarietà di tutti i Paesi coinvolti [Link].
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