La presenza delle Suore Missionarie Comboniane a Karak, in Giordania, dove gestiscono l’Ospedale Italiano, è un segno concreto di dialogo di vita nello spirito di papa Francesco, sia per l’apertura verso tutti, sia per il coinvolgimento del personale cristiano e musulmano nell’impegno comune: l'accoglienza e la cura degli ammalati, con particolare attenzione dei più poveri ed esclusi, e tra questi, i rifugiati Siriani.
Le Suore sono di fronte a un’emergenza economica, che negli ultimi mesi è diventata sempre più grave. L'ospedale è sempre stato in grado di coprire le spese ordinarie, ma ora le entrate sono diminuite e le spese aumentate. Le risorse sono limitate dalla crisi economica del Paese per l'emergenza e per il periodo post Covid-19.
Suor Adele Brambilla, 13 aprile 2023
La mancanza di lavoro per la chiusura di attività commerciali ha fatto sì che il numero di compagnie assicuratrici e i pazienti privati che garantivano la sostenibilità finanziaria dell’Ospedale siano diminuiti notevolmente.
Anche le organizzazioni caritative hanno sospeso le attività e di conseguenza i loro aiuti verso pazienti che non possono pagare le spese mediche perché non hanno reddito o assicurazione sanitaria.
Tra i pazienti dell'Ospedale vi sono numerosi profughi siriani, giunti nella regione di Karak, a sud della capitale Amman, per ricostruirsi una vita dopo aver abbandonato i campi allestiti nel nord della Giordania.
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[Idp 105801 del 21 ottobre 2023]
Adele Brambilla. A Karak, fronte del dialogo[Idp 104019 del 1 luglio 2018]
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