Cuore Amico

Il Covid-19 in America Latina : Un aiuto ai più poveri contro il virus

Dall'America Latina ci hanno scritto i missionari che vivono tra i più bisognosi senza difese per arginare il diffondersi della pandemia da covid-19


Emergenza coronavirus America
Una cosa che abbiamo sicuramente imparato in questa triste e difficile emergenza sanitaria è che siamo un'unica grande famiglia.

 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità non fa che ripeterlo: la pandemia da coronavirus ha superato Asia ed Europa e ha ora in America Latina il suo nuovo drammatico epicentro. In molti Paesi del continente i numeri di contagi sono cresciuti enormemente, ma sono soprattutto Brasile, Messico, Ecuador e Perù a destare preoccupazione. Dal 26 febbraio, data del primo caso accertato nel continente, milioni di persone si sono infettate e centinaia di migliaia sono morte.

Il virus è arrivato anche nella sterminata regione dell’Amazzonia che si estende per un terzo dell’America Latina abbracciando nove Paesi, dalla Guyana al Brasile, dove vivono gli indios, i più poveri tra i poveri. Qui l'epidemia è stata fortemente sottovalutata. Lo hanno denunciato 65 vescovi della regione, esprimendo estrema preoccupazione per il diffondersi dalla pandemia in aree in cui l'assistenza sanitaria territoriale è praticamente inesistente e gli ospedali, pochi e limitati ai grandi centri urbani, sono al collasso, per cui il tasso di mortalità è uno dei più alti e molte persone, con evidenti sintomi della malattia, muoiono a casa.

Nei Paesi sudamericani infatti l’assistenza sanitaria pubblica è molto spesso assente perché gli ospedali sono in gran parte privatizzati. La Chiesa cattolica ha messo a disposizione le proprie strutture, richiamando le autorità a prendersi cura dei settori sociali più deboli.
È difficile trovare posto negli ospedali, sprovvisti dei basilari dispositivi di protezione (mascherine, guanti, camici, termometri, prodotti per la disinfezione), le misure di isolamento sono estremamente problematiche e la mortalità ha raggiunto livelli elevatissimi.
I più colpiti sono soprattutto i poveri e poverissimi ed il rischio non è solo sanitario, ma anche economico.
L'emergenza sanitaria fa sì che il ceto medio-basso e il settore informale dell’economia (i non garantiti, i lavoratori in nero, i clandestini, i precari) vedano deteriorarsi ulteriormente le loro già difficilissime condizioni.
Non solo ci saranno nuovi poveri, ma quelli esistenti lo saranno ancora di più e le richieste che arrivano ai missionari sono anche di aiuto alimentare per chi vive in povertà e rischia oggi di morire di fame.

Il Rapporto della Commissione Economica per l'America Latina e i Caraibi dell'Onu ha confermato che, anche a causa della diffusione del virus, il 2020 sarà l'anno della peggiore contrazione economica dai tempi della Grande Depressione degli anni '30 del secolo scorso, con un aumento della disoccupazione e delle già abissali diseguaglianze sociali, col rischio di esacerbare i rigurgiti autoritari nella regione.

È il momento della solidarietà.

Sostieni con un piccolo aiuto il lavoro dei missionari e dei medici in America Latina contribuendo a dotare la popolazione e gli ospedali di materiale sanitario e generi di prima necessità.

Il lavoro dei medici e dei missionari in aiuto della gente non può fermarsi.
Aiutiamoli a dotarsi di:


Dispositivi di protezione personale
Farina, sale, zucchero, olio


Sostieni i missionari che chiedono aiuto in America Latina

bambini poveri
El Salvador. I Padri Somaschi gestiscono la clinica Nostra Signora di Guadalupe nella capitale San Salvador, assistendo i più bisognosi. Il lavoro dei medici non può fermarsi.
Suore Comboniane
Messico. Le Suore Comboniane assistono i poveri di una parrocchia della periferia di Città del Messico, dove i venditori ambulanti di cibo sono alla disperazione.
Fepp
Ecuador. Bepi Tonello e il Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio (Fepp) sostengono i più colpiti dalla crisi economica e sociale conseguenza della pandemia di coronavirus.
Padre Paolo Zola
Brasile. Dallo Stato di Amapà padre Paolo Zola descrive così la situazione: «Medici e infermieri lavorano senza protezioni. Negli ospedali manca tutto: letti, medicinali, flebo, sale di terapia intensiva. I malati sono sdraiati ovunque anche solo su cartoni».




Aggiornato il 28 agosto 2020  da Redazione Cuore Amico   email | modifica | permalink



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