Cuore Amico

Libano: La ferita di Beirut, sposa d’Oriente

Martedì 4 agosto 2020, nel porto di Beirut, capitale del Libano, è avvenuta una gigantesca esplosione che ha sventrato la città spargendo morte e devastazione. Ancora oggi molti sono gli sfollati e l'economia è gravemente in difficoltà.


Esplosione Beirut devastata
La zona del porto di Beirut dopo la devastante esplosione

Sappiamo tutti che nel pomeriggio del 4 agosto 2020 si sono verificate due esplosioni nel porto di Beirut, la capitale libanese. Il porto, attraverso cui il Libano importa la maggior parte del suo fabbisogno energetico e alimentare, è stato completamente distrutto. Con esso anche ospedali, case, chiese e moschee, alberghi e negozi. 178 morti e circa seimila feriti, mentre trenta persone sono tutt'ora disperse. I danni sono stimati tra gli 8 e i 12 miliardi di euro e circa 300mila persone sono ancora senza casa.
Al momento dell’esplosione i libanesi, chiusi in casa a causa dell’emergenza Covid-19 che era tornata a paralizzare il Paese negli ultimi giorni, si sono precipitati a soccorrere i propri connazionali: medici e personale sanitario hanno aperto ospedali e cliniche all’afflusso dei feriti, albergatori hanno messo le loro strutture a disposizione per accogliere gli sfollati fuggiti dalle proprie case distrutte. Lo stesso hanno fatto conventi, monasteri, chiese e moschee.
Dopo 6 mesi la popolazione si trova ancora sfollata, con le case distrutte ed in gravissime condizioni economiche.


patriarca chiede aiuti umanitari
Il patriarca maronita Bechara Boutros Rai

Il patriarca maronita Bechara Boutros Rai, già subito dopo l'esplosione, aveva dichiarato che nella città si era assistito a «uno scenario di guerra senza guerra» e, proseguendo, che «ciò è avvenuto proprio mentre lo Stato libanese si trova in una situazione di bancarotta economica e finanziaria che lo rende incapace di affrontare questa catastrofe», con il popolo ridotto «in condizione di povertà e miseria».

Il Libano, piegato negli ultimi anni da enormi problemi di ordine politico, finanziario, economico e sul fronte della sicurezza nazionale, ora merita tutto il sostegno possibile per rimettersi in piedi, prescindendo da ogni considerazione e calcolo politico e geopolitico, perché ciò che è accaduto va oltre la politica e va al di là dei conflitti.


Ottobre 2020. Don Damiano Puccini ringrazia i benefattori di Cuore Amico per l'aiuto ricevuto subito dopo l'esplosione al porto di Beirut di agosto 2020.





Id progetto: 104916 | Aggiornato il 22 dicembre 2020  da Redazione Cuore Amico   email | modifica | permalink



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