Proteggere la dignità dei bambini. È la sfida quotidiana delle Suore di Maria Consolatrice che a Zekounga, un villaggio a 16 Km dalla capitale del Burkina Faso, gestiscono un centro di formazione. «Nelle pubblicità della televisione in Italia vedo i bambini africani con le mosche al naso» dice suor Francesca Pittarello.
«Da noi queste cose non succedono perché abbiamo rispetto dei ragazzini: sono sempre puliti e ben vestiti e quando gli offriamo del cibo, prima di prenderlo cercano delle erbe per fare delle scopette e puliscono il cortile. Solo dopo vengono a salutarci e a prendere la merenda».
Per i più piccoli le suore progettano di costruire una scuola materna, perché gli asili lì non esistono.
L'idea è di realizzare almeno tre classi, che possano essere riconosciute con tutti i crismi dalle autorità. E di unire alla struttura un refettorio e una cucina.
«Se la Provvidenza ce lo concede, vorremmo costruire anche un internato per accogliere i bambini» aggiunge suor Francesca. «Molti vengono da lontano, alla ricerca di sicurezza perché scappano dalle zone vicine al confine per il rischio di attacchi terroristici. Ma noi non abbiamo spazio per ospitarli». Servirebbe un dormitorio. Poi, col tempo, si vedrà se si riuscirà a far partire una scuola primaria.
La preoccupazione più grande per le suore è riuscire a proteggere anche le bambine costrette a restare in famiglia. «Se riusciamo a farle venire a scuola, possiamo dare loro un futuro diverso» spiega. «Solo l'istruzione può portarle nei ruoli chiave, come già succede in alcuni casi nel governo e nell'amministrazione».
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