Cuori ardenti, piedi in cammino! è il tema della 97a giornata missionaria mondiale del 2023, con cui si è aperta a Brescia la XXXIII edizione del Premio Cuore Amico. È una frase che rimanda ai discepoli di Emmaus. Cosa significa, oggi, avere i cuori ardenti e i piedi in cammino?
Lo hanno spiegato mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, e don Flavio Dalla Vecchia, presidente di Cuore Amico, mettendo l’accento sulla carità, la connessione tra cuore e piedi. È un invito a essere persone con un cuore che desidera cose buone e a mettersi in cammino con una caratteristica: osservare, avere “gli occhi attenti”.
E nella giornata del Premio abbiamo osservato le immagini, i volti e ascoltato le esperienze dei premiati che, con i loro racconti, hanno aiutato ad aprire gli occhi e il cuore sulla realtà della missione, capace di trasformare nel profondo le comunità umane, soccorrendole nelle loro necessità e incoraggiandone il riscatto.
Brescia, sabato 21 ottobre ore 9:30
Auditorium Capretti presso Istituto Artigianelli
via Giovanni Piamarta 6
Ingresso in auto da via Brigida Avogadro 23
I nostri premiati di quest’anno: Maurizio Barcaro, suor Adele Brambilla e don Antonio Polo, si trovano in Haiti, Giordania, Ecuador.
I primi due sono Paesi di cui non si parla spesso, ma che hanno al loro interno profonde lacerazioni economiche, sociali o religiose. In Ecuador si è riusciti a rovesciare le sorti di comunità che hanno vissuto per secoli in povertà estrema, camminando al loro fianco e rendendole artefici dello sviluppo di cui godono oggi.
Maurizio Barcaro è ad Haiti, Paese con una storia violenta e complicata tra dittature, colpi di Stato e criminalità che mantengono la popolazione in uno stato di povertà estrema.
Maurizio si è recato là nel 1994 con una comunità di religiosi, i “Fratelli missionari della Carità” ispirati al carisma di Madre Teresa che, come dice il missionario, «dava molta importanza ai più poveri tra i poveri e anch’io ho voluto provare a fare qualcosa per loro. Di Cuore Amico mi ha colpito la volontà di dare voce a questa situazione tragica e, grazie al suo intervento, potrò aprire un centro nutrizionale per monitorare la salute di tanti bambini malnutriti e aiutare le famiglie con cibo e medicinali».
La Giordania è un Regno che accoglie tanti rifugiati: palestinesi, libanesi, iracheni e siriani. Sono 1,4 milioni su 10 milioni di abitanti e vivono nell’anonimato, senza lavoro né assistenza medica. Nell’Italian Hospital di Karak vengono curati da suor Adele Brambilla e consorelle: «Non evangelizziamo con la parola, ma con la carità, cercando di curare tutti con dignità e senza giudicare. Per me è commovente essere qui a Brescia a ricevere un premio nella diocesi del nostro fondatore, San Daniele Comboni. Il denaro del Premio è provvidenziale per acquistare medicinali, kit per la dialisi e riparare i macchinari dell’ospedale, altrimenti non avremmo più potuto servire i rifugiati».
A Salinas de Guaranda, in Ecuador, oggi si vive e lavora in modo dignitoso grazie allo sviluppo raggiunto che poco ha a che fare con la vita che vi si conduceva nel 1970, quando don Antonio Polo vi si recò.
Spinto da quanto scriveva san Paolo VI sullo sviluppo armonico dei popoli, ha raccontato come ha avuto inizio la trasformazione, prima spirituale e poi sociale ed economica, di Salinas: «È stata una rivoluzione non violenta che ha avuto, nella volontà di fare il bene comune, il fulcro di tutto, anche se siamo comunque stati aiutati da tante istituzioni. Resta da fare ancora molto per diminuire la malnutrizione dei bambini che vivono in villaggi vicini, ai quali andrà il vostro aiuto».
Alla cerimonia erano presenti anche numerosi "fidei donum" bresciani, laici e sacerdoti, che nello stesso periodo si sono riuniti a Brescia per incontrarsi e riflettere sulla missione: un’occasione speciale per rinnovare il proprio impegno a camminare con la gente con cui vivono in America Latina, in Africa, nell’Est Europa e, alcuni, anche in Italia.
L'Associazione Carlo Marchini Onlus, nata spontaneamente da un gruppo di amici per ricordare Carlo, un giovane bresciano morto nel Rio Negro nel 1992, ha celebrato la quinta edizione dell’omonimo Premio.
Il V° Premio Carlo Marchini è stato attribuito a suor Giuseppina Carnovali, Figlia di Maria Ausiliatrice (FMA) che vive e opera a Manaus, nel cuore dell'Amazzonia brasiliana.
Dopo alcuni anni di missione in Mozambico, suor Giuseppina è arrivata in Amazzonia nel 1976, presso la piccola comunità religiosa che si approcciava a una moltitudine di etnie indigene molto diverse tra loro, a volte anche rivali e in lotta.
In una natura selvaggia e intricata, dove l’unica via di accesso alle diverse comunità era, ed è ancora oggi, il Rio Negro con i suoi affluenti, la missionaria ha affiancato il lavoro delle suore salesiane rivolto all’istruzione di bambini e giovani e all'assistenza sanitaria.
Dopo è venuta anche l'evangelizzazione e la formazione dei catechisti che svolgono un compito molto importante, essendo spesso presenti al posto del sacerdote nelle celebrazioni religiose delle comunità che vivono in foresta.
I primi giovani aiutati nella formazione sono divenuti insegnanti, catechisti e infermieri che hanno cominciato a operare per il loro popolo, aiutando anche a dirimere le controversie del passato.
È questa una vittoria per le religiose che, quest'anno, festeggiano il centesimo anno di presenza nello Stato di Amazzonia.
I saggi della Bibbia ci offrono insegnamenti rilevanti, come questo: «Chi opprime il povero offende il suo creatore, chi ha pietà del misero lo onora» (Pr 14,31).
Questo principio illustra bene uno dei momenti più importanti che la nostra Associazione celebra ogni anno, il Premio CUORE AMICO. Anche quest'anno la scelta ha riguardato chi ha deciso di mostrare, con premura e costanza, la fecondità del Vangelo:
Padre Antonio Polo che da tanti anni dedica le sue cure pastorali e sociali alla popolazione di Salinas (Ecuador), dimostrando quanto sia credibile ciò che si può fare con l'ispirazione del Vangelo e la guida della Dottrina Sociale della Chiesa.
Suor Adele Brambilla che, con le sue consorelle Comboniane, continua a spendersi per gli ammalati in Giordania, con lo spirito del dialogo ribadito da papa Francesco, sia per l'apertura verso gli ultimi, sia per il coinvolgimento del personale cristiano e musulmano nell'impegno comune.
Maurizio Barcaro che opera a Port-au-Prince, Haiti, Paese sconvolto da una crisi terribile. Maurizio si sforza di assistere e nutrire i bambini più disagiati, vittime di una situazione di semi-anarchia.
Appello ai benefattori. I missionari Premio Cuore Amico meritano il nostro sostegno. Siamo certi che anche quest'anno ci aiuterete a raggiungere il traguardo di 150 mila euro che rende possibili i loro progetti. AIUTIAMO CHI AIUTA!
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita del Premio..
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