Congo Rd: Un piatto caldo per i piccoli detenuti

I detenuti nel carcere di Munzenzee soffrono la fame e, fra questi, soprattutto adolescenti e bambini incarcerati con le loro mamme.

Facciamo in modo che possano beneficiare di un aiuto alimentare.
«Avevo fame, tu mi hai dato da mangiare. Avevo sete, tu mi hai dato a bere. Ero in prigione e tu mi hai visitato», dice Gesù nel Vangelo. A mettere in pratica questo insegnamento è Luisa Flisi, missionaria laica, già Premio Cuore Amico, che da molti anni si occupa, con generosità e dedizione, di pastorale carceraria nel penitenziario della città di Goma, nella regione del Nord Kivu. Testimone della realtà disumana nella quale sono costretti a vivere i detenuti, spesso arrestati per piccoli furti commessi per contrastare i morsi della fame, così scrive a Cuore Amico: «Qui le celle sono molto piccole, senza luce, senza letti né materassi, con finestre talmente strette che consentono a malapena il ricambio dell'aria.

Le condizioni igienico-sanitarie sono pessime. Ma ciò che preoccupa di più sono le gravi carenze alimentari dei bambini, detenuti assieme alle loro mamme, e dei ragazzi che si trovano nel carcere minorile, circa 90 fra i 12 e i 18 anni. Quando va bene ricevono un piatto di mais e fagioli al giorno che non è però sufficiente per evitare la malnutrizione e la conseguente vulnerabilità alle tante malattie diffuse tra le mura carcerarie». Per integrare la povera dieta la missionaria organizza ogni domenica la preparazione di una pappa iperproteica per tutti i detenuti, con l’aiuto di alcuni volontari e delle mamme dei ragazzi prigionieri.
«È l’unica possibilità che i bambini hanno per crescere in salute», sottolinea Flisi, «ma purtroppo le scorte alimentari stanno per finire. Chiedo a voi di aiutarmi ad aiutare questi piccoli».

Per preparare i pasti di un mese occorre acquistare:
50 euro Sale, olio e zucchero
50 euro Carbone per cucinare
200 euro Farine di mais, sorgo e soia

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