Il primo giorno del 2022 abbiamo ricevuto una bella lettera da padre Gianantonio Berti, missionario Comboniano di 85 anni, che ci scrive da Grimari, dove ha sede la sua missione.
Cari amici di Cuore Amico,
Approfitto dell'internet che i Caschi Blu burundesi hanno qui a Grimari per scrivervi due righe di saluto. Spero che voi e le vostre famiglie stiate tutti bene, nonostante questo Covid che continuamente cambia volto. Qui per fortuna non succede niente di strano: la gente si saluta e si abbraccia senza problemi, e noi missionari con loro.
Il nuovo anno è cominciato questa mattina al canto ritmato di “Bonne Année” dei bambini dei quartieri qui intorno che aspettavano una manciata di monete. Una volta ricevute, le hanno divise tra loro in parti uguali.
Speriamo che la calma che dura già da alcuni mesi, garantita da mercenari russi, ci accompagni in tutto questo nuovo anno e che i gruppi dei ribelli che si nascondono nella foresta sostituiscano le armi con gli strumenti del lavoro nei campi.
Nonostante l'età io sto bene e, anche se non mi muovo molto, mi pare di riuscire a fare ancora qualche cosa di utile.
In questi ultimi giorni sono riuscito a convincere Mermoz, un ragazzo del quartiere, ad andare in ospedale.
Alcune settimane fa l'avevo visto con un piede fasciato ma enorme, sproporzionato. Per curarsi sarebbe dovuto andare all’ospedale di Bambari, che è molto lontano, ma non aveva i soldi per affrontare il lungo viaggio.
Era poi convinto di aver ricevuto il malocchio e voleva andare da un guaritore. Gli ho fatto vedere allora un libro di medicina con l'immagine di un piede come il suo: non si trattava di stregoneria, ma di “micetoma”.
Se non trattato con urgenza, il piede sarebbe stato amputato. Gli ho anche detto che l'avrei aiutato a pagare i costi del viaggio. Il ragazzo è riuscito ad andare a Bambari dove una brava dottoressa francese ha operato il piede e ha asportato solo l'ultimo dito.
Sono contento e ringrazio il mio Angelo Custode per avermi ispirato. Con il grande filosofo Maritain, nel suo 80° compleanno, potrei quasi dire anch’io: “Non cammino più, non ci sento più, non vedo più: ma come è bella la vita!”
Vi chiedo di venirci incontro, se potete, con qualche piccola offerta o intenzioni di Sante Messe, così da agevolare le visite alle comunità cristiane dei villaggi qui intorno. Quando arriviamo nei villaggi per celebrare la Santa Messa e per il Battesimo agli adulti, siamo circondati dalla gioia semplice dei cristiani che, dopo la celebrazione, improvvisano una danza festosa al suono del tam-tam e nel tripudio della polvere. Questa loro gioia per l’arrivo del sacerdote, vorrei tanto che la sentiste tutti nel vostro cuore perché voi, amici dal Cuore Amico, ce ne date spesso l'occasione con la vostra generosità e il vostro ricordo.
Vi abbraccio spiritualmente con affetto.
P. Gianantonio Berti, MCCJ
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