Un invito a cercare o a ritrovare, i valori della solidarietà, della condivisione e dell'allegria. Un invito ad usare, simbolicamente, una sola pentola nella quale cuocere un cibo da dividere. In questo modo ci sarà cibo per tutti, altrimenti prevarranno egoismo ed individualismo.
La festa per la XIX edizione del «Premio Cuore Amico» si è fatta discorso di fede e di condivisione. Ed ha rappresentato un momento alto della vita della nostra comunità che, premiando i missionari don Giuseppe Zanardini, suor Vittoria Cenedese e la dott. Francesca Lipeti, si è resa conto che - per usare le parole di don Armando Nolli, presidente di Cuore Amico - «l’umanità è capace di grandi gesti significativi».
Cosa c'è, di più significativo, che dedicare la propria vita a «popoli disprezzati che esistono davanti agli occhi di Dio e che dovrebbero esistere anche davanti a quelli dell’umanità?» O di mettersi al servizio, consapevoli di quanto si debba imparare da tutti?
Il XIX Premio Cuore Amico consegnato ai missionari:
Don GIUSEPPE ZANARDINI
Missionario salesiano originario di Brescia, vive in Paraguay da 31 anni. Lavora nel Gran Chaco sudamericano, una zona ecologicamente fragile che costituisce il polmone verde dell’umanità, custodito dagli indios. Perché vive con loro? Citando un passo del Vangelo - «sono venuto qui perché abbiate vita e l’abbiate in abbondanza» - ha detto e ha aggiunto che «il primo passo dell’evangelizzazione è testimoniare la carità, ovvero far sì che le persone possano vivere, e vivere in abbondanza». «Dagli indios ho imparato molto e, nel solco della grande tradizione salesiana, ho insegnato loro che la scuola e l’educazione sono i mezzi più forti contro la povertà».
Suor VITTORIA CENEDESE
Suora Operaia della Casa di Nazareth, la missionaria suor Vittoria Cenedese è originaria della provincia di Treviso e vive da 43 anni in Burundi. «Di povertà ne ho trovata poca, di miseria tanta»: basterebbero queste parole per descrivere l’operato di una persona straordinaria che ha, ora, un solo desiderio. Ed è quello di aprire un Centro di formazione per insegnare un mestiere ai giovani. «Grazie al Premio Cuore Amico la realizzazione del Centro si concretizza sempre più e possiamo togliere dalla strada centinaia di ragazzi».
FRANCESCA LIPETI
Medico originaria di Piacenza, vive da quindici anni in Kenya, insieme alla popolazione Masai. «Quando sono arrivata laggiù non c’era nulla dal punto di vista medico e il dispensario più vicino distava anche 100 chilometri - ha raccontato -. Ora l’aspetto medico è una parte della vita in comune con persone con le quali si condivide la disperazione di vivere in un luogo in cui non piove da tre anni e non c’è quasi più nulla da mangiare».
Una grande festa
Una festa che ha coinvolto molte persone. Innanzitutto, le autorità, che nel salone dell'Ubi Banca hanno voluto testimoniare la loro ammirazione per un mondo ricco di sorprese.
Il viceprefetto Attilio Visconti ha augurato a tutti di essere «per quel che possiamo, missionari »; il presidente della Provincia Daniele Molgora ha espresso «profonda ammirazione per un momento in cui si pone l’accento sul significato della parola “frontiera” che può essere quella tra la vita e la morte, ma anche quella di avere un credo da seguire senza essere oppressi». Il sindaco Adriano Paroli si è detto «ammirato che si sia in grado di dare tutto e, dunque, di ricevere tutto» riferendosi ai missionari, «uomini e donne che si sono compromessi con il bisogno». Il vicesindaco Fabio Rolfi ha ricordato «l’anima missionaria della nostra gente». Tra le altre, la presenza del vescovo già ausiliare di Brescia, mons. Vigilio Mario Olmi, mons. Dino Ferrari, vicario generale della Diocesi di Piacenza, mons. Lorenzo Ceresoli, vescovo emerito di Awassa (Etiopia) e mons. Georges Fonghoro, vescovo di Mopti, in Mali. Tutti, animati dall'allegria delle Suore Operaie della Casa di Nazareth. Don Armando ha sottolineato che «il legame con Cuore Amico e i missionari è un discorso di fede». Ed ha citato don Mario Pasini e don Renato Monolo: figure «eccelse» grazie alle quali «Cuore Amico»
è riuscito a coinvolgere migliaia di benefattori e a distribuire 70 milioni di euro aiutando oltre 20 mila missionari.
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