Strade di terra rossa che proseguono a perdita d'occhio. Ai margini donne e bambini, con in mano o in testa contenitori d'acqua, risultato di un lungo e faticoso cammino.
È la fotografia di tanti pezzi d’Africa, di quella rurale soprattutto, in cui l'acqua pulita è ancora un bisogno primario e un diritto non soddisfatto.
Quest'anno l'ONU propone di riflettere sul legame tra acqua e cambiamenti climatici. Gli eventi meteorologici estremi, divenuti più frequenti ed intensi a causa dei mutamenti del clima, stanno infatti riducendo la disponibilità di acqua, rendendo più imprevedibili le precipitazioni ed aggravando la situazione in quei Paesi già a rischio.
Nel mondo sono ancora 748 milioni, in pratica una su otto, le persone che vivono senza accesso all'acqua potabile. Di queste ben 312 milioni sono africane. Infatti su 25 Paesi al mondo con il più basso accesso a fonti di acqua pulita, 19 sono in Africa. Ma cambiare si può. Si deve.
Servirebbero piani di azione integrati per una gestione idrica sicura e sostenibile, investendo sul riciclo dell’acqua. Sarebbe inoltre necessario proteggere meglio gli oceani e le zone umide, adottare tecniche agricole a basso impatto climatico, riutilizzare in modo sicuro le acque reflue.
Ma anche solo contribuendo alla costruzione di un pozzo da cui attingere acqua potabile si può migliorare la vita e la salute degli abitanti di interi villaggi.
Il nostro impegno non deve fermarsi, perché ogni pozzo costruito, ogni impianto installato, ogni serbatoio realizzato è un passo in più verso lo sviluppo, la salute, la vita.
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