Ogni anno durante la Quaresima siamo invitati ad una celebrazione che si qualifica come preludio tanto del Venerdì Santo, quanto della Pasqua. Il 24 marzo è la Giornata dei Missionari Martiri, giorno di preghiera e di digiuno in cui viviamo e metabolizziamo la morte, il sacrificio, la crudeltà e la sofferenza che attanagliano questo mondo e la sua gente. Ma anche giorno di festa, di resurrezione, nella consapevolezza che l'epilogo della vita umana non è che una fase transitoria.
La voce dei martiri, che è Voce del Verbo, del Dio fattosi uomo per manifestare la sua vicinanza alla fragilità della vita, diventa da sempre seme, germoglio per le comunità cristiane. Come il Nazareno innalzato sulla croce, il martire, nella sua debolezza, rimane fedele fino all'ultimo istante alla promessa ricevuta e ricambiata a Dio: pace, giustizia e speranza per tutti i popoli della Terra.
Che i missionari martiri siano il faro della nostra fede che punta a Dio, Padre di un mondo nuovo che non conosce la miseria, la fame, l'oppressione, la discriminazione, la guerra e le ingiustizie, un mondo in cui l'esistenza è unicamente amata in Lui.
Dal messaggio di Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani,
per la XXX Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri.
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