Cuore Amico

Kenya: Aids. Superare il pregiudizio e aiutare a crescere

Milioni di persone convivono con questa malattia e solo la metà di essi ha accesso a terapie salvavita. Invito a pregare per loro e per i loro cari e a promuovere la solidarietà perché anche i più poveri possano beneficiare di diagnosi e cure adeguate.
(Papa Francesco, 28 novembre 2015)


papa Francesco bacia i piedi a un bambino con Aids
Papa Francesco contro la cultura dello scarto

 

«Molte volte le persone rifiutano i bambini ammalati di Aids e non vogliono che i loro figli giochino o studino con loro; li isolano additandoli o ignorando la loro presenza». (Suor Nadia Monetti)

Aids è la sigla che sta per Sindrome da Immuno deficienza Acquisita, una malattia che si manifesta quando il sistema immunitario è talmente indebolito dal virus dell’immunodeficienza umana (Hiv) che l’individuo è soggetto a un gran numero di malattie o infezioni [Link]. È a partire dagli anni Settanta che appaiono casi isolati di Aids negli Stati Uniti e in numerose altre aree del mondo (Haiti, Africa ed Europa).


Bambino cura dentista
I bambini ammalati di Aids vengono aiutati nella casa di accoglienza delle Piccole Figlie di San Giuseppe in Kenya

Nei Paesi occidentali l'accesso alle cure e i continui progressi in ambito medico e farmaceutico hanno posizionato l'Aids tra le patologie croniche, permettendo alle persone sieropositive di avere un’aspettativa di vita molto simile a quella della popolazione generica. Il virus non scompare ma è tenuto sotto controllo.
Per quale motivo, allora, nell'immaginario comune una diagnosi di Aids è ancora una condanna a morte?
La percezione della realtà è viziata sempre da una scarsa conoscenza della questione dovuta al forte pregiudizio sociale che influenza l’opinione pubblica. L'idea di fondo è che la persona affetta da Aids sia necessariamente ai limiti della società, con problemi di dipendenza da droghe e con una vita sessuale promiscua e quasi certamente omosessuale.
Il punto della questione è che la sieropositività non è una condizione connessa all'orientamento sessuale della persona ma a comportamenti sessuali non responsabili che pregiudicano il contagio indifferentemente dai comportamenti sessuali di ognuno.
Le scarse informazioni alimentano, perciò, il pregiudizio sociale e morale che poi confina queste persone tra gli scarti.
Certo è, però, che la diffusione della malattia è tale da essere oramai pandemica, ed è un importante problema sanitario in molte parti del mondo. Soprattutto nell'Africa occidentale, dove il contagio è diffusissimo (si stima che il 60% dei malati di Aids a livello mondiale viva in Africa). Uganda, Botswana, Zimbabwe, Kenya sono i Paesi più colpiti e, fra le vittime, tanti sono i giovani. Gli adulti muoiono lasciandosi dietro anziani e bambini, questi ultimi spesso sieropositivi, costretti a vivere in orfanotrofi o, nella peggiore delle ipotesi, per strada. Il destino dei bambini nati con l’HIV è già segnato: la metà di essi muore nei primi due anni di vita se non riceve trattamenti adeguati.


Suor Nadia Monetti
Suor Nadia Monetti della Congregazione delle Piccole Figlie di San Giuseppe di Verona è missionaria in Kenya dal 1993.

A Ndithini, piccolo villaggio a circa cento km da Nairobi [Link], nella casa di accoglienza Madre Ippolita, suor Nadia Monetti, delle Piccole Figlie di San Giuseppe [Link], si prende cura di bambini orfani, malnutriti, di cui la maggior parte ammalati di Aids. Di recente ci ha scritto manifestandoci una necessità: «Oso tendere nuovamente la mano e vi chiedo se potete collaborare per comperare una sedia dentistica. Il suo costo è di 7.000 euro. È una grande somma per noi, perché in tutto assistiamo 432 bambini, bambine, ragazzi e ragazze. Molti bimbi ammalati di Aids hanno i denti cariati dovuti alle forti medicine che prendono. Ndithini è un paese molto lontano dalla città e tante volte siamo costrette a fare chilometri di strada sterrata per portarli dal dentista.
Per questo abbiamo pensato di allestire un piccolo ambulatorio dentistico dove offriamo cure gratuite ai nostri bambini e anche agli abitanti del villaggio che hanno bisogno del dentista. Tanta è la povertà che la gente, quando ha male a un dente, usa l'acido di batteria per lenire il dolore. Quanti denti vengono disintegrati dall'acido, lasciando in bocca enormi piaghe!
».
Curare i denti è essenziale per tutti i bambini. Soprattutto per questi piccoli che, se curati amorevolmente, possono riprendersi dallo stato di abbandono e di rifiuto da cui sono partiti. Ecco il ringraziamento da Suor Nadia: «Ogni volta che ho teso la mano a voi sempre ci avete sostenuto e offerto il meglio di voi stessi. Grazie carissimi, perché la vostra carità si fa preghiera e compassione e i bambini “di cenere” diventano belli e gioiosi».


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Id progetto: 104275 | Aggiornato il 1 marzo 2019  da Redazione Cuore Amico   email | modifica | permalink



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