Nel nord dell'Uganda si trova la diocesi di Lira, una zona molto arretrata dove gli abitanti vivono in capanne di paglia che sorgono nel fango. In questi villaggi è anche diffusa una grave malattia, l’Aids.
Ne sono affette soprattutto donne e madri di famiglia, in gran parte ormai vedove e, spesso, con i loro figli. Hanno lo sguardo spento e la faccia triste. Il male toglie loro le forze, fa sentire deboli e stanche, a volte fa venire la febbre o altre infezioni.
Le persone restano sedute quasi tutto il giorno sull'uscio delle loro abitazioni: faticano a reggersi in piedi, non riescono a lavorare nei campi o a fare i mestieri di casa. I piccoli non vanno a scuola e non giocano con i loro amici, perché devono cercare di aiutare i genitori nelle faccende domestiche e badare ai loro fratellini. Oltre a non godere di buona salute, sia i bimbi che le mamme non hanno nemmeno il cibo sufficiente per sfamarsi.
Il vescovo di Lira, mons. Giuseppe Franzelli, ha attivato un servizio di assistenza per tutti gli ammalati. Fra le diverse attività si è pensato di donare a ogni famiglia una capra ingravidata che possa presto avere dei piccoli.
Dopo un anno dall'affido le famiglie dovranno regalare uno dei nuovi nati a una nuova famiglia. È una catena di solidarietà che sta partendo e che promette bene, soprattutto se anche noi saremo coinvolti nel donare più capre possibili.
Mons. Giuseppe Franzelli, 22 settembre 2017
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