Madagascar: Un foyer per le ragazze

Le suore vogliono consentire anche alle giovani che abitano nei villaggi più poveri, lontani e isolati di frequentare la scuola interna alla missione, mettendo a loro disposizione un convitto.

Nei dintorni della città di Ankaramibe, regione di Ambanja, dominano povertà, arretratezza, emarginazione. Gli abitanti dei piccoli villaggi rurali che punteggiano queste periferie sono dediti all'allevamento, alla pastorizia e a un’agricoltura di mera sussistenza praticata con metodi ancestrali. Qui, come nel resto del Paese, le condizioni delle donne sono molto difficili. Le ragazze, private dell'istruzione, vengono costrette a sposarsi precocemente e a occuparsi da sole dei figli, quasi sempre partoriti al di fuori dei centri di salute, senza alcuna assistenza. Svolgono i lavori più umili e faticosi, sia in casa che nei campi.
Per contrastare questa situazione, che affonda le sue radici in una rigida cultura patriarcale difficile da scardinare, la congregazione delle suore Discepole di Santa Teresa del Bambino Gesù vuole promuovere la formazione femminile nella scuola presente all'interno della missione.
Per fare in modo che le ragazze, che abitano in villaggi sperduti e isolati, distanti anche 60-70 chilometri, possano frequentare con regolarità e profitto le lezioni, avendo il tempo e le energie necessari per lo studio, è però indispensabile che vengano accolte nei pressi della struttura scolastica.

A tal fine le religiose stanno ultimando la costruzione di un foyer ma, per completare l’opera e accogliere in modo dignitoso le giovani, hanno bisogno di un contributo per gli arredi (letti a castello, materassi, armadi…).
«Accogliere queste ragazze significa dare loro una concreta possibilità di emancipazione, lontano da vessazioni e soprusi», spiegano le suore in una lettera indirizzata a Cuore Amico. «Inoltre, proprio attraverso l’educazione, le giovani acquisiranno le competenze e le capacità per diventare cittadine consapevoli, contribuendo positivamente anche al futuro delle proprie famiglie e dell’intera comunità».

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