E' con vivo rammarico che Cuore Amico saluta Flavia Bolis, giornalista della rivista "Cuore Amico" negli anni 1996 - 2003 circa, venuta a mancare oggi dopo aver combattuto per anni con la sua malattia.
Cuore Amico vuole ricordarla per la sua attenzione e vicinanza al mondo missionario pubblicando uno dei suoi articoli in cui parla della guerra in Sud Sudan.
Sono trascorsi esattamente vent'anni da quando è stato scritto ma, leggendolo, risulta oggi ancora attuale perché questo Paese è in piena emergenza bellica e umanitaria.
Sud Sudan: la guerra continua
di Flavia Bolis su Cuore Amico di gennaio 1997
Le ultime piogge si fanno via via più brevi in Sud Sudan; fra pochi giorni inizia la stagione secca e con essa riprenderà a pieno ritmo la guerra che oppone le forze armate del governo islamico di Khartoum ai guerriglieri dell'esercito di liberazione del Sud-Sudan, lo SPLA. L'avanzata delle forze governative riprenderà via terra soppor tata dal nuovo armamento che an novera tra l'altro elicotteri con velocità pari a quella di aerei da crociera, in grado di sganciare bombe a cui sono appesi grappoli di mine antiuomo che vanno a spargersi sul terreno. Solo a Juba, la città nel cuore del Sud, saldamente in mano all'esercito, spina nel fianco per lo SPLA, vi sono 4 - 5 di questi elicotteri che, puntualmente, durante le incursioni seminano morte e terrore. L'esercito di liberazione, che troppo spesso lascia trasparire la vena marxista che lo pervade e che risulta abbastanza diviso al suo in terno, tenta quanto meno di man tenere le posizioni, anche se è difficile quando, anche grazie al silenzio compiacente dell'Etiopia, i soldati di Khartoum attaccano da più parti. Nel più grande stato africano si sta consumando, nella più assoluta in differenza del mondo, una tragedia senza fine. Il regime di Khartoum, dominato dal fronte islamico nazionale, movimento radicale e fonda mentalista, dopo aver abolito le libertà civili, i partiti politici, i sindacati, le associazioni, imposto la censura alla stampa, ristretto l'attività delle chiese, delle Ong e delle organizzazioni internazionali, ha iniziato una guerra contro le popolazioni del Sud. Da anni, quasi scientificamente, vengono distrutti villaggi e raccolti, i bambini sono catturati e rivenduti come schiavi, le donne violentate, gli uomini mutilati, i giovani portati nei "Campi di rieducazione". La guerra, definita da più parti di religione, ha ormai devastato tutte le regioni a sud del paese. Alle continue richieste delle Nazioni Unite al fine di aprire corridoi umanitari per far entrare medicine, sale, zucchero, vestiario e quant'altro, le risposte da parte del governo della capitale sono sempre state negative. Lebbra e malaria stanno mietendo vittime, così come, lo scorso anno, ben 3.000 bambini sono morti nelle regioni del Sud perché non hanno resistito agli stenti. Nella zona sono rimasti soltanto i missionari comboniani (tra i quali Mons. C. Mazzolari, che Cuore Amico aiuta) anche se le missioni, spesso, non durano a lungo causa la guerra che per la sua caratteristica di guerriglia, vede un alternarsi di occupazione e perdita di territori da parte delle due fazioni in lotta. Le ragioni profonde di questa guerra vanno ricercate come sempre nella sete di potere cui non sono estranee le potenze straniere. Nel sud c'è il giacimento petrolifero più grande del mondo non ancora sfruttato, e le regioni meridionali so no fra le più fertili dell'area, quindi rappresentano una ricchezza per l'intero stato. Il Sud-Sudan è sempre più isolato, non dimentichiamolo.
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