Cuore Amico

Siria terra ardente

Negli ultimi anni lo splendore della Siria si è ridotto al solo fuoco di bombe e missili che hanno spento migliaia di vite. Di fronte a problematiche come queste non possiamo non commuoverci e disinteressarci.


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Il nome Siria vuol dire “splendente, ardente”. È riferito a una Terra e a un Popolo che hanno vissuto di luce propria per buoni periodi della storia. Negli ultimi sette anni lo splendore della Siria si è ridotto al solo fuoco di bombe e missili che hanno spento centinaia e migliaia di vite. Oggi le armi, in buona parte del territorio, sono state messe a tacere. Questo però non ha permesso ai Siriani di superare una crisi che paralizza la loro vita per gli effetti disastrosi della guerra. Nel Paese 13 milioni di persone vivono in condizioni di estrema necessità e 3 milioni di bambini non possono frequentare la scuola. La situazione sanitaria rischia il collasso. Più della metà degli ospedali pubblici e dei centri di prima assistenza è fuori uso.
Gigantesca resta la questione degli sfollati interni e dei profughi.
Cinque milioni di essi sono in Turchia, Libia e Giordania, contesti nazionali già istituzionalmente fragili e segnati da disoccupazione, inflazione, diseguaglianze, corruzione oltre che da squilibri per welfare, mercato del lavoro, alloggi, istruzione e sanità, risorse idriche, sicurezza e ordine pubblico. In ambienti di questo genere la presenza dei profughi crea anche tensioni interne. Si pensi solo, dal punto di vista idrico, al campo profughi di Zaatari (Giordania) che accoglie 90mila siriani. A questo campo vengono destinati ogni giorno più di tremila metri cubi di acqua per usi alimentari e domestici.
Questo, in un Paese che già di per se stesso soffre di insufficienza idrica, non può non creare scompensi enormi. Le famiglie locali, infatti, si sono viste ridurre l’approvvigionamento dell’acqua da due a una volta la settimana, a scapito naturalmente del clima di accoglienza.
In contesti di questo genere che ne è dei cristiani della Siria? «Attualmente - riferisce in un’intervista mons. Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo - i cristiani come la gente in genere stanno fuggendo. Se prima del 2011 si contavano circa 150mila fedeli, attualmente il numero si aggira intorno ai 40mila».
Di fronte a problematiche come queste non possiamo non commuoverci e disinteressarci..





Aggiornato il 1 giugno 2018  da don Armando Nolli - direttore   email | modifica | permalink



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