Cari amici di Cuore Amico,
siamo i volontari di Intermed Onlus e vogliamo raccontarvi l’esperienza professionale e umana che abbiamo vissuto nel nostro soggiorno in Mali a Sébénikoro presso l’Hopital Mali – Gavardo, dove abbiamo portato i tre impianti generatori di ozono acquistati con i vostri generosi contributi.
Qui abbiamo effettuato il training formativo rivolto a quattro medici e tre infermieri maliani sull'applicazione dell’ozono-terapia, coinvolgendoli subito nell'utilizzare questa tecnica su diversi pazienti.
Tra i tanti malati (ustionati, anziane con bastone, pazienti gonartrosici, scoliotici, neuropatici) spicca, portata dai genitori, una bimba con gravi e vaste ustioni alle cosce e ai glutei. Piange, appena ci vede, e si aggrappa al padre con paura! Nella sala di medicazione si è fatto silenzio e osserviamo la piccola paziente con affetto e preoccupazione.
Dopo aver provato che l’ozono non provoca dolore, la bimba si calma e, a terapia ultimata, ci stringe con le sue manine come se volesse portarci a casa con lei.
Il giorno dopo constatiamo con sollievo che le ustioni sono molto migliorate. Lo stupore invade i medici e gli infermieri maliani: mai avevano visto un miglioramento così repentino in un caso così grave.
Alla fine della nostra permanenza, provati dalla stanchezza e dai 48 gradi di calore, resta il ricordo del passaggio dalla decina di pazienti trattati il primo giorno agli ottanta degli ultimi giorni e dell’interesse e della professionalità con cui il personale sanitario ha appreso la tecnica della terapia ozonica.
Ci ha colpito su tutto il sorriso dei malati e la loro simpatia nel salutarci. Crediamo che questo sia il vero significato del nostro lavoro: riuscire a fa star bene e a far sorridere chi soffre. Al ritorno in Italia continuiamo a rievocare, con affetto e nostalgia, tutto questo. Grazie a Cuore Amico e al gruppo Mali – Gavardo per averci resi partecipi di questa esperienza!
Lo staff di Intermed Onlus
Dr. Annunziata Izzo
Dr. Antonella Bertolotti
Osvaldo Martelli, tec. di laboratorio
Caterina Rozzini, volontaria
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