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Parole per la pace di don Flavio Dalla Vecchia - Presidente
Tra gli insegnamenti dei papi durante e dopo il Concilio troviamo l’insistenza sul dialogo come tratto qualificante l’agire del cristiano. La prima enciclica di Paolo VI, che in ottobre sarà canonizzato, insisteva sullo stile del dialogo a tutti i livelli.
San Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Redemptoris Missio, riprese il tema, indicando nel dialogo con le altre religioni una via con la quale la Chiesa attua la sua missione nel mondo: l’attività missionaria si svolge tramite la testimonianza, l’annuncio esplicito e ha come scopo la conversione e la formazione di chiese locali, ma tutto questo va integrato con lo sforzo di inculturare la fede, di dialogare con i fratelli e le sorelle di altre religioni e la promozione umana.
Il dialogo non è però una strategia per ottenere consenso, né un cedimento al pensiero relativista: significa rispetto, accoglienza reciproca, capacità di cogliere il positivo di cui l’altro è portatore. La missione cristiana non è l’imporre qualcosa a qualcuno, ma la presentazione del volto di Dio che in Gesù Cristo si mette a disposizione dell’uomo, si mette a servizio. Ecco perché Pietro nella sua prima lettera, sottolineando lo stile del cristiano, dice: «Che gli altri non abbiano nulla da dire sulla vostra condotta, siate dei buoni cittadini».
La dignità cristiana si manifesta nella capacità di convivere con l’altro, non mettendo in risalto una posizione di supremazia perché si possiede il vero Dio, ma attestando che si è accolto un dono che può raggiungere gli altri soltanto se come dono è percepito e come dono è accolto.
Don Flavio Dalla Vecchia
Presidente di Cuore Amico
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