Guinea Bissau: Acqua a portata della povera gente

Padre Flavio Facchin, degli Oblati di Maria Immacolata, chiede aiuto per ampliare la rete di pozzi.

L'acqua è l’elemento primario per permettere la vita. È il bene più prezioso che si possa portare in una comunità, perché questa viva e possa lavorare e crescere. Lo pensano anche gli Oblati di Maria Immacolata da tanti anni presenti in Guinea Bissau, uno Stato dell’Africa occidentale che, con i suoi 200 euro annui di reddito pro capite, è tra i più poveri del mondo.
Un Paese che è uscito da pochi anni da una guerra civile che lo ha lasciato «nella miseria più deplorevole», come segnala padre Flavio Facchin, che denuncia una situazione politica fortemente instabile, con la gente, soprattutto nelle campagne, abbandonata a se stessa.

Nella cittadina di Farim, nel nord della Guinea, dove sorge una delle tre missioni degli Oblati, funziona un Centro nutrizionale pediatrico impegnato a combattere la denutrizione e la malnutrizione e ad aiutare le mamme a prendersi cura dei propri bambini in maniera adeguata.
A partire dal 2014 i religiosi hanno deciso di avviare un progetto di costruzione di pozzi destinati al consumo di acqua potabile, evitando alle persone di dover camminare anche 4-5 chilometri per rifornirsene.
A oggi sono stati scavati una quindicina di pozzi, profondi tra i 5 e i 12 metri. Un lavoro che va fatto nella stagione secca, prima che arrivino le piogge (tra giugno e settembre), in modo di raggiungere la falda acquifera quando il livello dell’acqua è più basso.
La speranza degli Oblati è di aggiungere molti altri pozzi in altri villaggi per fare in modo che un bene primario come l’acqua sia accessibile a tutti.
C'è bisogno del nostro aiuto! Un gesto piccolo, semplice, concreto per dare speranza a un Paese in ginocchio.

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