Bem ha sette anni. Ogni mattina si alza all'alba, riempie di acqua il suo bidoncino e percorre molti chilometri a piedi per raggiungere il mercato. Qui, in mezzo a un'aria satura di polvere e di calore, tenta di offrire ai commercianti assetati una tazza di acqua in cambio di un po' di manioca. Esaurito il primo bidone, cerca una fonte di acqua nelle vicinanze, lo riempie e ritorna al mercato. Va avanti così tutto il giorno, finché non è in grado di racimolare una quantità di manioca sufficiente a sfamare la sua numerosa famiglia. Proprio a causa di questa quotidiana, gravosa incombenza, non ha mai potuto andare a scuola.
Di bimbi come Bem, nella città di Bukavu, in provincia del Sud Kivu, Repubblica democratica del Congo, ce ne sono moltissimi. Li chiamano, in lingua locale, bambini mai-mihogo, ovvero “acqua-manioca”. Oggi a ospitare i piccoli, cercando di sottrarli a un'attività che si configura come un vero e proprio sfruttamento minorile, è il Centro di accoglienza Ek'Abana, nato nel 2001 grazie a Natalina Isella, missionaria dell'Istituto Discepole del Crocefisso. Da allora la struttura ha offerto supporto a migliaia di minori, tra cui anche bambini provenienti da famiglie molto povere o accusati di stregoneria.
Per questi ultimi l'Onu stima oggi la presenza nel Paese di circa 70 mila “bambini stregoni”: ritenuti responsabili di malattie e povertà, vengono additati come demoni, cacciati dalle famiglie di origine e sottoposti a torture e riti crudeli, come lunghi digiuni, purghe, bruciature con cera rovente, tagli con il machete.
A tutti il Centro assicura, oltre al necessario per vivere, anche la possibilità di frequentare la scuola. In concreto, la suora incontra i bambini per strada o al mercato, li porta al Centro per la raccolta dei dati anagrafici, li iscrive nella scuola elementare del luogo monitorando il loro inserimento. Quando stanno per finire il primo ciclo di studi, comincia ad avviarli all'allevamento annesso alla struttura, affinché imparino ad occuparsi di polli, maiali, cavie, al fine di riuscire a mantenersi nel prosieguo degli studi. Oltre a questo, promuove per loro percorsi spirituali, invitandoli a frequentare il catechismo e a partecipare alla Messa.
«Il nostro obiettivo è garantire i diritti dell'infanzia, in modo che tutti i bambini possano crescere, diventare cittadini responsabili e sperare in un avvenire migliore», dice suor Natalina. «Per continuare a farlo, sempre di più e sempre meglio, abbiamo bisogno del vostro aiuto».
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