Il quartiere Bikuku, alla periferia della capitale [Kinshasa], ha una popolazione di circa 200 mila abitanti. Molti provengono da altre aree di Kinshasa distrutte da diverse alluvioni; altri sono arrivati dalle province a est del Paese [Link], dove la guerra civile non è mai cessata. Siamo in piena savana: la zona è sabbiosa, le case spesso di lamiera o cartoni, non c’è acqua potabile e la corrente elettrica, quando c’è, è fornita da generatori o pannelli solari. L'economia del quartiere si basa sull'agricoltura di sussistenza e sui piccoli commerci del mercato informale.
È qui che i Missionari della Consolata [Link] gestiscono il Centro ospedaliero “La Consolata”, per far fronte ai bisogni sanitari della zona. Il centro è dotato di un laboratorio di analisi e di un padiglione di maternità che, però, non ha a disposizione incubatrici e apparecchiature per l’ossigeno nei casi in cui sia necessario sottoporre i neonati a terapie salvavita. Fratel Rombaut Ngaba Ndala ci segnala: «Fino a ora i neonati in pericolo di vita sono stati inviati in altri centri con il rischio di morire per strada, sia per la grande distanza sia per i mezzi di trasporto non sempre adatti.
Vogliamo essere più vicini ai malati: aiutare le mamme con parti difficili, salvare la vita a bambini e neonati, agevolare i medici e gli infermieri nel loro lavoro. Per tutto questo aspettiamo con fiducia un aiuto da Cuore Amico». [La salute in Africa]
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