«I campi profughi dei Rohingya in Bangladesh sono un incubo». Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che il 2 luglio scorso ha visitato l’insediamento di Kutupalong, nel distretto di Cox’s Bazar. Lì ha incontrato centinaia di rifugiati musulmani fuggiti dallo Stato del Rakhine (che fa parte del confinante Myanmar) e ascoltato le loro storie di violenze, abusi e morte.
Al termine degli incontri ha affermato di aver udito “inimmaginabili” racconti di atrocità. «Niente poteva prepararmi alla portata della crisi e alle enormi sofferenze che ho visto». Per contribuire ad alleviare questa terribile situazione Lino Swapon, direttore dell'organizzazione non governativa “Dalit”, impegnata dal 1998 nel sostegno e nella promozione sociale dei “fuoricasta” del Bangladesh, a loro volta discriminati ed emarginati, sta organizzandosi per fornire assistenza sanitaria ai circa seimila Rohingya che si sono insediati in un’area forestale a circa 700 km dalla città di Khulna, alla mercé delle piogge tropicali della zona e con forte rischio di malattie infettive, come colera e tifo.
Lino Swapon, durante l'ultimo suo viaggio in Italia, ha voluto ringraziare i benefattori di Cuore Amico e lanciare un appello per i profughi Rohingya.
Negli accampamenti le condizioni igienico-sanitarie sono precarie, per i bambini è quasi impossibile studiare e vi è il rischio continuo di catastrofe umanitaria.
Aiutiamo i Dalit a soccorrere i profughi Rohingya. Non facciamo mancare il nostro aiuto!
Progetto completato. Grazie ai benefattori!
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