Ogni anno in Benin muoiono 10mila neonati per mancanza di cure e strumentazioni mediche. L’82 per cento dei bambini al di sotto di un anno d’età non ha accesso ad alcuna struttura sanitaria, mentre 61 mamme su 100 non hanno la possibilità di fare delle visite durante la gravidanza, con ripercussioni anche gravi sulla salute del nascituro. È di fronte a queste cifre che si comprende l'importanza di ospedali come quello di Saint Joseph de la Providence Divine, riaperto a Sagon nel marzo del 2012 dopo dieci anni di chiusura e attualmente gestito dalle suore della congregazione Povere Figlie di Maria Santissima Incoronata.
Dotato di un reparto pediatrico, il nosocomio accoglie in media circa 140 bambini al mese, dagli zero ai 14 anni, che arrivano spesso in condizioni critiche, offrendo loro una speranza di sopravvivenza. «Cerchiamo di fornire gratuitamente ai più piccoli le migliori cure a disposizione e un servizio efficiente, rapido e completo», spiega suor Vanda Aldrovandi, «ma per poter continuare abbiamo bisogno di aiuto esterno, non potendo chiedere in alcun modo un contributo a questa povera gente. I genitori, impossibilitati a pagare medicine e terapie, finirebbero per non portare più i loro bimbi in ospedale».
Morirebbero nelle loro misere capanne, piccole vite spezzate che vanno a incrementare i freddi numeri delle statistiche.
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