Nell'aria satura di colpi di artiglieria, di fischi di proiettili, di lanciagranate, l'illusione di un ritorno alla normalità è sempre più lontana. Dopo l’indipendenza, raggiunta nel 2011 con la secessione dal Sudan, il Paese è stato trascinato dal presidente Salva Kiir e dal vicepresidente Riek Machar, i due leader in disaccordo tra loro, in un conflitto politico che rischia di trasformarsi in un vero e proprio scontro etnico. Secondo recenti stime dell'Onu, dal 2013 a oggi la guerra ha causato 100 mila vittime e 3,5 milioni di sfollati e sta ora affamando 5 milioni di persone, metà della popolazione, con almeno 100 mila di loro prossime alla morte per fame.
I civili cercano in ogni modo di sfuggire alle brutali violenze. Alcuni di loro nascosti per giorni negli acquitrini, tra le acque infestate da coccodrilli e ippopotami, mangiano radici e provano a pescare pesci con le mani.
Tra le zone più colpite dal conflitto il territorio di Wau, nello Stato del Bahr al-Ghazal, dove opera suor Agnese Bonazza, missionaria comboniana. Ringraziando i benefattori di Cuore Amico per il contributo dato lo scorso anno al progetto di laboratorio tessile rivolto alle donne, la missionaria, vista questa situazione di emergenza, ha destinato parte di questo importo ad aiutare le donne malate, ferite, vittime di violenza, ad accedere alle cure. Ma le necessità sono ancora molte e tanti sono coloro che restano in attesa di aiuto. La religiosa ci chiede ancora un sostegno, facendosi portavoce di chi vive in questo Paese martoriato, dove il confine tra la vita e la morte si fa ogni giorno più labile.
Progetto completato. Grazie ai benefattori!
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