Il puzzo inonda la strada. Parmar esita un istante, poi si cala nel tombino. Non indossa guanti né maschera antigas. Immerso nella cavità, solleva secchi di escrementi e li posa sulla strada. Poi si sposta nelle strade vicine, si cala in altri tombini, tirando fuori grumi di melma. I fuori casta come lui sono obbligati a svolgere i lavori più umili e faticosi. L'unica speranza per i loro figli, destinati fin dal primo vagito a una condizione di inferiorità e discriminazione, è affrancarsi grazie all'istruzione. Per garantire l'educazione dei bambini che provengono dalle famiglie più povere e disagiate, relegate ai margini della scala sociale, i Padri Somaschi vorrebbero avviare una scuola nel villaggio di Jakela, nei pressi della città di Raigarh.
«Questi piccoli portano con sé un marchio indelebile, uno stigma», spiega padre Joseph Thambi Kakumanu, «che può essere contrastato combattendo l'analfabetismo e rendendoli consapevoli dei loro diritti e del loro valore come esseri umani». I religiosi dispongono già dell'edificio destinato a ospitare le varie classi, ora mancano gli arredi. Facciamo in modo che il figlio di Parmar e altri ragazzi possano avere un futuro diverso.
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