Piste di sassi bruciate da temperature che superano i quaranta gradi, cespugli di rovi riarsi, lande desolate, animali ridotti a pelle e ossa, che strisciano e muoiono. La scarsità delle piogge impedisce le coltivazioni e azzera i pascoli per le mandrie, facendo dilagare in tutto il Paese la carestia. Una miseria che raggiunge anche Ndithini, un piccolo villaggio incastonato tra le colline del massiccio dell'Ithanga, a poco più di un centinaio di chilometri dalla capitale Nairobi. In questa località sperduta e remota, di cui non c'è traccia sulle cartine geografiche, sorge la casa di accoglienza Madre Ippolita che ospita bambini orfani, malnutriti, ammalati di Aids, affidati alle amorevoli cure di suor Nadia Monetti e di alcune consorelle locali. Le religiose operano con dedizione e tenacia per assicurare a questi piccoli soprattutto cibo, istruzione, medicine. Anche grazie al sostegno di Cuore Amico tanti bimbi hanno potuto crescere, ma molti altri sono in attesa di aiuto.
In questo momento l'emergenza principale riguarda la nutrizione dei neonati, rimasti senza latte: le poche mucche sopravvissute alla siccità non ne producono a sufficienza e le suore hanno esaurito le scorte di quello artificiale. Urge ripristinarle affinché questi piccoli, messi alla prova fin dal grembo materno, possano avere un'occasione di vita e di speranza. Nel lanciare un accorato appello a tutti i benefattori, suor Nadia afferma: «Noi missionari dobbiamo volgere lo sguardo verso l'alto per intravedere la stella della Provvidenza e lasciarci guidare da essa, anche per strade impervie e tortuose». Proviamo, questa volta, a essere noi quella buona stella?
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