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Maria ed Elisabetta di don Flavio Dalla Vecchia
Il mese di maggio termina con la festa della Visitazione di Maria a sua cugina Elisabetta, che celebra l’incontro di due mamme in attesa della nascita di un figlio, che accolgono come dono dell’Onnipotente.
Al centro della scena stanno due donne: una vergine e un’anziana. L’anziana genera colui che deve “preparare” (Lc 1,17): è l’attesa di un popolo che si sente invecchiato; Elisabetta inoltre è sterile, come Sara la madre del popolo, e con lei si rinnovano i segni annunciati dai profeti (cf. Is 51,1-3). La vergine genera colui che dovrà “regnare” (v. 33): non più l’attesa, ma l’imprevedibile, il ben più di quanto si è atteso.
Il Dio da loro incontrato è colui che si china sui poveri, come canta la Vergine nel Magnificat.
È il Dio che sa suscitare speranza perché sa rendere fertile anche il grembo sterile e perché rende la nostra umanità generatrice di vita.
Maria ci offre l’esempio di come corrispondere al dono di Dio: ella si è dichiarata “serva del Signore” e ora vive questo servizio con la sua premura nei confronti della cugina.
La sua fede che apre la strada al Figlio di Dio nel mondo e la sua carità mostrano come egli si fa prossimo anche della più piccola delle sue creature. Anche noi, se viviamo nella stessa fede, se siamo animati dalla stessa carità, possiamo sperare di essere come lei generatori di Gesù per il mondo.
Aggiornato il 30 aprile 2017
da Redazione Cuore Amico 
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